expr:lang=it;data:blog.locale' La frase ''che ci vuole'' in cucina non può esistere - Seduti a Tavola

La frase ''che ci vuole'' in cucina non può esistere

La frase ''che ci vuole'' in cucina non può esistere


Mi spiego meglio.

Ho sentito diverse volte la frase prima di mettersi ai fornelli: ''che ci vuole'' , oppure ''non ci vuole niente, in dieci minuti è fatto''.

Nulla di più sbagliato.

In cucina nulla e facile.


Il mio sfogo nasce nell'ambito casalingo, perché magari per uno che ha studiato e ha esperienza nel campo, la facilità in cucina esiste.

Quando si vuole cucinare qualcosa a casa, o si esorta qualcuno a farlo si usano spesso termini di faciloneria o sufficienza verso ciò che si deve fare.
Tipo: "che ci vuole a fare un uovo?" Oppure: ''il ragù che ci vuole a farlo?''

Per me la cucina non è velocità e nemmeno facilità, perché l'errore è sempre dietro l'angolo.

Io direi invece in risposta ai faciloni: ''che ci vuole a bruciare la cotoletta'', o meglio: ''ci vogliono cinque minuti per rovinare irrimediabilmente una salsa''.

Diffidate sempre da chi vuole spronarvi a cucinare qualcosa e vi spinge a fare qualcosa di facile e veloce, perché quello che verrà fuori se non si sa fare, verrà un disastro.

Soprattutto se chi vi parla non sa nulla di cucina, e lo capirete subito osservando come cucina o come ha cucinato per voi.
Anche per fare un uovo sodo ci vuole bravura, e non fortuna come dice magari qualcuno, e per capirlo basta osservare il colore interno del tuorlo: se esso è tendente al verde allora c'è stato un errore di cottura.

Fateci caso, ora che vi ho svelato questo dettaglio dell'uovo sodo.

Chissà quante volte ve lo ritroverete verde in una miriade di occasioni, che siano brunch, apericena o semplicemente fatti in casa da parenti o amici.

Ci vogliono poi amore, passione, curiosità, dedizione, umiltà e voglia di imparare. Se ci si mette ai fornelli con il malumore, la svogliatezza e la superbia non sempre ciò che è si prepara sarà buono.

Non bisogna pretendere di cucinare qualcosa anche di minimamente complesso in quattro e quattr'otto, perché se un alimento ha i suoi tempi di cottura, non si può snaturare o non rispettare perché si ha solo fretta di mangiare.

Per dirla più semplice: evitate di fare un ragù oppure un'insalata di polpo alle 12:30 a meno che non vogliate mangiare di pomeriggio.

O peggio preparare una pizza nel tardo pomeriggio, affidandovi ad impasti fatti ad occhio e quintalate di lievito di birra.

Era uno sfogo, ed ogni riferimento potrebbe essere inventato e puramente casuale.

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